Tra le manovre del Decreto Rilancio troviamo i PIR alternativi, strumenti di investimento che convogliano risparmi privati nelle aziende.
I PIR, e i PIR alternativi, sono strumenti di investimento a breve termine sempre più utilizzata, soprattutto in questo momento di crisi. Infatti permette ad una persona fisica di investire, convogliando i propri risparmi in un’azienda o un’impresa.
Se vengono rispettati determinati requisiti, l’investitore potrà ottenere notevoli vantaggi fiscali. Con una delle ultime manovre il Governo ha deciso di introdurre i PIR alternativi.
Questo nuovo strumento si andrà ad affiancare a quello tradizionale, ma avrà dettagli e caratteristiche molto diverse. E differenti saranno anche i destinatari, o meglio più selezionati rispetto a prima. Vediamo quindi di capire cosa sono e come funzionano questi strumenti di investimento.
Cosa sono i PIR
I PIR, o piani individuali di risparmio, sono una forma di investimento a medio termine capace di veicolare i risparmi verso le imprese italiane. Nello specifico sono indirizzati alla piccole e medie imprese.
Generalmente i PIR sono proposti e gestiti dalle Società di Gestione del Risparmio, ma potranno esserci anche PIR assicurativi o amministrativi. Questi piani sono riservati alle persone fisiche, quindi i PIR non potranno essere sottoscritti da aziende o persone giuridiche.
In ogni caso i PIR sono già largamente utilizzati all’estero come strumento dedicato ai piccoli investitori. Ogni singolo PIR, che deve essere mantenuto almeno 5 anni, non può superare i 30 mila euro di investimento.
Per ogni investitore è invece previsto un impegno massimo di 150 mila euro in piani individuali di risparmio. In cambio l’investitore otterrà un abbattimento del carico fiscale, perciò non pagherà tasse su:
- capital gain
- dividendi
- successione
- donazioni
Funzionamento dei PIR alternativi
Come anticipato l’introduzione dei PIR alternativi permetterà di affiancare ai normali piani di risparmio anche prodotti chiusi e di natura differente. Infatti le soglie, rispetto ai tradizionali PIR, saranno più elevate e avranno diversi vincoli di investimento.
Si parla di un limite minimo di 150 mila euro annuo e di un limite massimo di 1,5 milioni in 5 anni. Dati di gran lunga più elevati rispetto ai 150 mila euro di massimali nel quinquennio dei PIR classici. In ogni caso almeno il 70% del capitale dei PIR alternativi deve essere investito in PMI quotate in borsa, con limiti di concentrazione dell’investimento aumentato al 20%.
Bisogna ricordare che per i PMI alternativi, quelli introdotti dal Decreto, valgono gli stessi incentivi fiscali applicati ai classici piani di risparmio. L’estensione avverrà però solo in caso di investimenti del 70% in strumenti finanziari.
I PIR alternativi sono diretti soprattutto a clienti con alte disponibilità finanziarie e con caratteristiche tali da poter sostenere più ampi margini di rischio, oltre che le tempistiche di questo tipo di investimento.
Scarica QUI il testo del Decreto Cura Italia per conoscere le norme a sostegno delle famiglie e delle imprese.